COME MI ERO PROPOSTO ALLA FINE DEL PRECEDENTE RAPPORTO SULL’ARTE DEL VOSTRO PIANETA, HO AVUTO TANTE CONVERSAZIONI CON DIVERSI ESPERTI, HO ESPLORATO CATALOGHI DI MOSTRE, RIVISTE DI ARTE CONTEMPORANEA, REGISTRAZIONI E VIDEO DA YOUTUBE, SITI INTERNET. ESPERIENZE ACCOMPAGNATE DA DEGUSTAZIONI DI CIBI E VINI (OPERE D’ARTE ANCH’ESSI, A PARERE DI ALIENO).
Le domande erano: che succede nella mente dell’artista quando produce le sue opere? E che succede in quella di chi fruisce dell’opera dell’artista?
Ed ecco le risposte, molto interessanti per il nostro pianeta che invidia molto la vostra arte.
Nella produzione dell’opera avviene nell’artista una attivazione dell’immaginazione creatrice, con invenzione di immagini visive, uditive, motorie (ad esempio nella danza). Un aspetto essenziale è che queste produzioni devono avere originalità e novità di contenuto o tecnica: l’artista deve esprimere e proporre qualcosa di nuovo. Un altro aspetto è e che esse siano generalizzabili nello spazio e nel tempo, cioè abbiano caratteristiche potenzialmente ‘universali’.

Come si diceva nel precedente rapporto, nel fruitore l’incontro con l’opera d’arte attiva sia la percezione che l’emozione. Questo incontro può essere appagante ma anche disorientante o perturbante, ma fondamentale è l’originalità dell’esperienza che deriva da una ricerca o scoperta della novità. Che questa attivazione sia personale, localizzata. o generalizzata, dipende dal tipo di opera, dal contesto di spazio e tempo, dalle caratteristiche personali e sociali del fruitore.
L’elemento essenziale è la corrispondenza non consapevole, empatica, fra l’autore dell’opera d’arte e chi la legge: l’opera esprime (nell’autore) e suscita (nel fruitore) emozioni. Questo consente a chi incontra una architettura, una pittura, una scultura, una musica, una poesia, di apprezzarla (o meno) anche senza ‘capirla’ secondo criteri razionali che all’arte sono estranei.

In base al detto “è bello ciò che piace”, un’opera d’arte deve far dire “mi piace” a tanti, a qualcuno… o magari solo all’autore? Abbiamo visto che l’arte non è solo piacevole a vedere, o a sentire; ma anche serve suscitare emozioni, e trovare una risonanza interiore. Questa risonanza emotiva non deve necessariamente risultare “piacevole”, ma deve essere “eccitante” cioè attivare qualcosa nel sistema mentale della persona. Uno che se ne intendeva, Paul Klee, diceva che l’arte è “una ricerca di equilibrio colore-forme-ombre“, ma anche “rispecchia ciò che è nascosto in fondo al cuore“.
Per questo, secondo l’architetto Adolf Rading l’arte non è solo un accessorio decorativo – e quindi superfluo – della vita, ma l’interpretazione della vita stessa da parte della mente umana, la realizzazione dei suoi momenti culminanti. Per questo (come evidenziato nel primo rapporto sull’argomento) l’arte può essere non solo espressiva ma anche decorativa, illustrativa, istruttiva, persino terapeutica.
In questo senso nel mio pianeta razionale e tecnologico abbiamo ancora molto da imparare. Ma anche voi terrestri dovreste imparare a conservare questo patrimonio culturale dall’invasione della tecnologia e dall’aridità che essa rischia di portarsi dietro. Specie se anche l’elaborazione creativa viene affidata, come sempre più spesso avviene, all’Intelligenza Artificiale e ai suoi programmi ormai alla portata di tutti. Ma questo è un tema che merita di essere approfondito, lo farò quanto prima consultando esperti del settore.

In attesa di questi ulteriori approfondimenti, al momento chiudo la mia “trilogia sull’arte” invitando i lettori del mio pianeta ed anche voi umani a esplorare i prodotti artistici arte in tutti i modi possibili.
Visitando musei o siti archeologici, frequentando mostre e teatri, leggendo libri e riviste, o anche ascoltando registrazioni e guardando immagini o video da internet.
Lasciando emergere, in questo tempo dedicato all’arte, le emozioni che le diverse opere sapranno attivare.
Sarà tempo ben speso. La qualità della vostra vita sempre impegnata in attività produttive e intrisa di forzata razionalità, ne risentirà positivamente.
Se volete seguire il mio esempio di alieno buongustaio, accompagnate anche voi queste esplorazioni con buone compagnie e degustazioni di cibi e vini, che – come detto all’inizio – possono essere anch’essi capolavori di creatività. Capirete meglio cosa è l’estetica, e saranno esperienze indimenticabili!

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