DA QUANDO ARRIVAI SU QUESTA TERRA DAL MIO PIANETA ALIENO, MI HA MOLTO INTERESSATO IL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI. E SU QUESTO HO INVIATO DIVERSI RAPPORTI AI MIEI SUPERIORI.

Ho cercato di capire se possono esistere dei confini nazionali per le persone che da sempre si spostano da un paese all’altro. E mari o montagne, muri o barriere, non riescono ad ostacolare questi spostamenti.

Ho cercato di capire le ragioni delle migrazioni, per cui – sin dai tempi più remoti – tanti disperati lasciano il loro paese, rischiando la vita per cercare di migliorarla emigrando in altre nazioni del mondo.

Però ho difficoltà a capire le ragioni per cui molte di queste nazioni, anziché ospitare gli stranieri integrandoli tra di loro nella legalità, invece ne hanno paura e li respingono. Ed escogitano tanti modi per farlo, ma senza riuscirci.

Non capisco i provvedimenti di tanti governi europei per impedire quella che ritengono una “invasione” insostenibile e una minaccia alla loro integrità territoriale e razziale.

Si vogliono rendere più rapide le espulsioni e i rimpatri di chi arriva “irregolarmente”. Ma quanti arrivi su barche o gommoni non sono “irregolari”? Quali procedure possono funzionare in tempi brevi per rimandare (riaccompagnare?) ognuno di queste migliaia di irregolari nel loro paese di origine?

Saranno soprattutto gli immigrati “pericolosi” nel mirino delle espulsioni. Ma come sarà valutata la pericolosità? In quanto tempo? E intanto, il timore della espulsione non spingerà molti alla clandestinità, col rischio di divenire preda della criminalità organizzata, e di sfruttamenti lavorativi, e in certi casi anche sessuali?

Vita (?) quotidiana in un centro per minorenni

Non dovrà più essere possibile mentire sull’età reale, quindi dichiararsi minorenni senza esserlo realmente, per ottenere agevolazioni di trattamento. Ma quanto tempo ci vorrà per valutare l’età con mezzi scientifici, convincendo le procure per i minorenni che devono autorizzare le valutazioni e poi ratificarne gli esiti ai fini di eventuali espulsioni?

Nell’attesa di queste valutazioni sulla irregolarità, sulla pericolosità, sull’età effettiva, dove staranno le migliaia di immigrati? Rinchiusi nei centri di accoglienza, che potranno includere per alcuni mesi anche (presunti) minorenni.

Da alieno a conoscenza delle norme del diritto internazionale, mi chiedo se è legittimo il trattenimento forzato dei richiedenti asilo che provengono dai cosiddetti “paesi sicuri”. Definizione difficile da comprendere, vuol dire paesi considerati liberi e democratici, per cui è improbabile che la richiesta di asilo verrà accolta.

E mi chiedo se è giuridicamente sostenibile che questo trattenimento avvenga in centri recintati da barriere e filo spinato, in cui chi sbarca verrà rinchiuso in attesa dell’esame della loro richiesta. Centri definiti “di primo soccorso e di accoglienza” che in realtà servono per accelerare le espulsioni alla frontiera rimandandoli indietro nelle loro patrie “sicure”.

Ma questi centri non somigliano troppo a luoghi di detenzione preventiva?

Centro di “accoglienza” di Pozzallo

E davvero le procedure di esame delle domande di asilo, che adesso richiedono anni, potranno essere completate in meno di un mese come previsto dalle nuove norme? A meno che non si pensi di valutare sempre e comunque negativamente le richieste di chi viene da paesi presunti sicuri perché democratici, da cui la gente scappa per miseria o indigenza. Come dire: non essendo rifugiati politici, non hanno a priori il diritto di essere accolti. Dunque un timbro veloce sul foglio di rimpatrio concluderà in tempi brevi la vicenda umana di sventurati alla ricerca di una vita migliore.

Altra innovazione escogitata per scoraggiare le partenze è la cauzione richiesta a chi proviene dai cosiddetti “paesi sicuri” per evitare di restare nel centro di “detenzione amministrativa”. E’ definita “garanzia finanziaria” allo Stato ospitante. Solerti funzionari dello Stato l’hanno fissata in 4.938 euro, calcolando al centesimo le spese di alloggio per un mese, le spese quotidiane e quelle per il volo di rimpatrio, in caso di esito negativo della richiesta.

Non è ingiustamente discriminante che per evitare questa sorta di carcerazione preventiva l’immigrato debba versare una cauzione così ingente? E che debba farlo tramite una fideiussione bancaria, per la quale occorre un documento di identità (che quasi nessuno ha)? Dopo aver pagato il viaggio agli scafisti, avrà ancora come pagare immediatamente una ulteriore “tassa di soggiorno”? Stranamente, la norma ammette che qualcuno possa pagarla per conto del migrante. Questo non aumenta il rischio di metterlo in mano di persone e gruppi davvero pericolosi?

Già un tribunale italiano ha contestato le nuove norme restrittive bloccando come illegittimi sia il trattenimento sia la richiesta della cauzione. E anche l’Unione Europea ha avanzato perplessità. Possono le singole nazioni violare le norme internazionali in nome della difesa dei confini da quelle che ritengono invasioni di stranieri indesiderati?

Il prezzo della desiderata libertà…

Prevedendo che queste misure difficilmente funzioneranno davvero, e non saranno deterrenti per i disperati che partono comunque, qualcuno insiste per prevenire gli arrivi. Ma come fare? Bloccando i barconi già in mare e costringendoli a tornare indietro con la forza delle armi? Demotivando gli scafisti con minacce di pene sempre più severe? Promettendo sovvenzioni economiche ai paesi da cui i migranti irregolari partono, perché siano loro a bloccare le partenze? Ma se tutte queste cose non hanno funzionato in passato, perché dovrebbero funzionare adesso?

E ha senso prendersela con le Organizzazioni Non Governative che salvano in mare i migranti, accusandole di favorire indirettamente le partenze? Si dimentica che, secondo dati ufficiali, solo una minima parte di chi arriva per mare è stata raccolta dalle navi umanitarie, e dunque non è questo il vero problema?

Tante, troppe domande che, per un alieno come me, non trovano risposte.

L’impressione è che, di fronte ad un problema sempre più vasto e ingestibile, e per rassicurare l’opinione pubblica, i governi tirino colpi alla cieca senza sapere a cosa realmente mirare…

Ma c’è un altro problema, più a monte, che non riesco a capire.

Per dimostrare che bisogna bloccare le migrazioni il presidente francese, interpretando il pensiero di altri capi di governo, ha dichiarato che “L’Europa non può accogliere tutti i poveri del mondo”. Ma da cosa dipende la povertà dei paesi da cui fuggono? Non c’entra forse l’Europa con questo impoverimento?

I miei superiori alieni mi hanno chiesto di approfondire questo tema, lo farò presto, e ve ne parlerò in un prossimo rapporto.