IN QUESTI GIORNI SONO STATE RIPORTATE CON GRANDE ENFASI SUI MEDIA LE ELEZIONI DI DONNE AI VERTICI DI GRANDI ISTITUZIONI: LA VICE-PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, LA ‘RETTRICE’ DELL’UNIVERSITA’ DI ROMA. NOMINE COMMENTATE COME FATTI ECCEZIONALI, DA SEGNALARE ALL’OPINIONE PUBBLICA, ABITUATA ALLA ‘NORMALE’ CONSUETUDINE DI ASSEGNARE AD UOMINI CARICHE COSI’ IMPORTANTI.

Certo, ci sono tanti esempi famosi del passato e del presente: mitiche regine, indomite guerriere,  donne a capo di governi o di grandi aziende, astronaute, scienziate…

Andrea del Castagno, Donne illustri, 1451

Posizioni di potere e mestieri che da sempre sembrano riservati ai maschi, per cui fa notizia se qualche donna riesce audacemente ad accedervi. Avverando una ‘parità tra i sessi’ sbandierata a parole (almeno negli ultimi tempi) ma di fatto ben lontana da realizzarsi nella maggioranza dell’umanità.

In un precedente rapporto pubblicato nel giorno della “festa della donna” ipotizzavo che proprio la donna sia il mistero principale del vostro pianeta. Per meglio dire, che un mistero sia il rapporto tra i due sessi, come se si trattasse di due specie separate e non di diverse manifestazioni della stessa specie. Qualcuno dice che sono “due metà dello stesso cielo”, ma l’opinione prevalente è che siano due universi che devono incontrarsi, o scontrarsi.

Non c’è dubbio che uomini e donne siano geneticamente e biologicamente diversi, certo con tante sfumature e gradazioni di “mascolinità” e “femminilità”, coesistenti in miscela diversa nelle stesse persone.

Le differenze nell’aspetto corporeo e nelle funzioni fisiche sono evidenti, e tutti se ne possono accorgere facilmente.  Le donne hanno ciò che i maschi non possono avere: seno pronunciato, mestruazioni, capacità di generare figli e allattarli, per citare ciò che è più evidente. Viceversa gli uomini hanno più forza e resistenza fisica, si godono baffi e barba, un arnese tra le gambe che non sempre funziona bene, e la prostata con i suoi (pochi) vantaggi e i suoi (tanti) problemi.

I neuroscienziati ci ricordano che è differente non solo  il funzionamento ormonale – con tutte le conseguenze umorali che ne derivano – ma anche il funzionamento cerebrale. Le donne hanno migliori capacità linguistiche e di comprensione empatica, i maschi più marcate abilità analitiche e di orientamento nello spazio. Diverso è il modo di percepire e gestire le emozioni, e tante altre sono le differenze funzionali. Tutti i manuali di psicologia, ma anche le opere di letteratura antica e moderna, trattano approfonditamente queste differenze.

Ma tutti sappiamo bene che si parla di caratteristiche generali: in realtà le differenze all’interno dei generi maschile e femminile sono spesso più ampie di quelle tra un genere e l’altro.

Per questi motivi sottolineare continuamente le differenze tra uomini e donne come per costituire due specie diverse all’interno della razza umana è poco sensato. Ma ancora più insensato è approfittare di alcune di queste differenze per affermare la superiorità di una specie sull’altra. Gioco che appare invece essere molto diffuso da che mondo è mondo.

Scherzando, ma non tanto, il libretto del Flauto Magico musicato da Mozart  proclamava che “la donna chiacchera molto e conclude poco”.

Ci sono tanti testi (anche sacri) sull’inferiorità della donna. Esemplare la celebre tirata dell’economista italiano che nel 1938 pontificava che:

La indiscutibile minore intelligenza della donna ha impedito di comprendere che la maggiore soddisfazione può essere da essa provata solo nella famiglia… Il lavoro femminile crea nel contempo due danni: la mascolinizzazione della donna e l’aumento della disoccupazione maschile. La donna che lavora si avvia alla sterilità, perde la fiducia nell’uomo; concorre sempre di più ad elevare il tenore di vita delle varie classi sociali, considera la maternità come un impedimento, un ostacolo, una catena; se sposa difficilmente riesce ad andare d’accordo col marito; concorre alla corruzione dei costumi; in sintesi, inquina la vita della stirpe”.

Nello stesso anno, come applicazione pratica di questi elevati concetti,  veniva fissato un limite del 10% all’impiego di personale femminile negli uffici pubblici e privati; e già da anni le retribuzioni delle donne erano ridotte alla metà dei colleghi maschi con le stesse mansioni.

Adesso sono pochi a dichiararsi d’accordo con queste idee e con le conseguenze pratiche. Anche se non mancano nel mondo governi e datori di lavoro che continuano ad applicarle.

Un sottofondo di convinzione che la donna è inferiore resta nelle menti di tanti, troppi. Anche se è indubbio che è preziosa per appagare i sensi,  e perpetuare la specie umana.

Deve ancora farsi strada pienamente l’idea che uomini e donne fanno parte della stessa specie, giocano lo stesso gioco , nel bene e nel male. Pur con le indubbie differenze che servono ad integrare competenze diverse e a completarsi reciprocamente, unendo le forze in vista di una meta comune: il benessere del mondo e delle nuove generazioni che insieme continuano a produrre.

Il vostro mondo è ancora abituato a vedere in prima pagina donne emergenti come modelle, artiste, atlete, o ‘first ladies’ guardaspalle di un uomo potente e famoso. Ma se cambierà il modo di intendere il rapporto tra i sessi, sarà possibile non meravigliarsi, anzi si riterrà normale, se una donna diventa rettore di università o vicepresidente (o magari presidente) di una grande nazione.