UN ANNO FA AVEVO RIPORTATO I DATI DELLE STATISTICHE SULLA POVERTÀ IN ITALIA. NAZIONE CHE SI COLLOCA TRA QUELLE DELL’OCCIDENTE “RICCO”, CHE PERÒ HANNO TUTTE AL LORO INTERNO SACCHE DI POVERTÀ INIMMAGINABILI PER UN ALIENO COME ME.

I miei superiori hanno chiesto adesso di aggiornare questi dati per vedere se qualcosa è cambiato. Questa situazione a noi alieni risulta davvero incomprensibile. In una società che si definisce democratica a nessuno del “popolo sovrano” dovrebbe mancare l’indispensabile per vivere dignitosamente.  

Per aggiornarmi ho consultato il rapporto Eurispes 2023: il 40% degli italiani denuncia nell’ultimo anno un peggioramento della propria condizione economica. Solo un terzo delle famiglie dicono di arrivare a fine mese senza difficoltà. Aumentano quanti non riescono a pagare le bollette, e non possono sostenere le spese mediche indispensabili.

L’Istituto di Statistica definisce la povertà “relativa” come mancanza di risorse necessarie per mantenere lo standard medio di vita della società in cui si vive. Questo tipo di povertà in Italia è arrivata all’11% e le famiglie sotto la soglia sono 2,8 milioni.

Sono considerate invece in povertà assoluta le famiglie e le persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. In questa condizione secondo le statistiche più recenti si trovano oltre 2 milioni di famiglie (in aumento rispetto all’anno precedente) e 5 milioni e mezzo di persone, quasi il 10% del totale. Di questi, 1 milione 269 mila sono minorenni, residenti soprattutto nel Meridione.
Il disagio più marcato si osserva per le famiglie con tre o più figli minori dove l’incidenza arriva al 22%.
Fra le famiglie con almeno uno straniero la percentuale sale quasi al 30%.

Quando questi numeri vengono divulgati, è sconvolgente “scoprire” che oltre un italiano su cinque è definito “povero” in termini relativi o assoluti, cioè se la passa male economicamente. E che tantissimi minorenni sono alla ricerca di soluzioni, magari illegali, per appagare il loro desiderio di avere quello che i loro coetanei hanno.

Poveri orfani, by Thomas Kennington

Qualcuno considera questi dati non attendibili, perché non corrispondono all’immagine che abbiamo della nostra società. Perché vediamo strade percorse da costosi SUV, aerei sempre pieni, ristoranti in cui è difficile trovare posto, discoteche affollate di giovani e meno giovani, vacanzieri in giro per mari e monti, smartphone di ultima generazione diffusissimi, abbonamenti a Netflix e a Dazn in continuo aumento. E droghe di tutti i tipi a portata di mano.

Non sono certamente questi i poveri delle statistiche (anche se qualcuno finge di esserlo, non incide certo di molto).

La povertà vera è nascosta, bisogna scoprirla nei quartieri che non si vedono se non di passaggio, nelle mense della Caritas sempre più frequentate, non solo dagli immigrati.

Questi dati non hanno bisogno di ulteriori commenti oltre quelli già fatti nel report precedente.

Aggiungo solo che, secondo analoghe statistiche, a livello mondiale le disuguaglianze si estendono non solo tra paesi ricchi e quelli poveri, ma all’interno degli stessi paesi ricchi.

Come nel precedente report, concludo chiedendo se in democrazia poveri e disoccupati dovranno sempre aspettare nuove elezioni e nuove promesse, sperando poi che queste vengano mantenute.
Oppure dovranno rassegnarsi a vivere per sempre ai margini di una società ricca, della cui ricchezza potranno raccogliere solo le briciole…