ALCUNI LETTORI SONO STATI INTERESSATI DAL RECENTE RACCONTO DELLA RANA CHE MUORE SENZA REAGIRE NELL’ACQUA DELLA PENTOLA CHE SI RISCALDA A POCO A POCO. 
E HANNO CHIESTO DATI PIU’ PRECISI SUI PROBLEMI DEL PIANETA, GRANDE PENTOLONE IL CUI EQUILIBRIO TERMICO E’ ALTERATO CONTINUAMENTE SENZA CHE SI FACCIA NULLA PER EVITARLO.
ECCO ALCUNI DATI RICAVATI DA FONTI ATTENDIBILI QUALI LE AGENZIE UFFICIALI DELLE NAZIONI UNITE E DELLA COMUNITÀ EUROPEA, OLTRE CHE DA NATIONAL GEOGRAPHIC E DAL WWF.

Inquinamento, scarichi abusivi e pesca intensiva mettono a rischio l’80% dei fiumi, che a loro volta inquinano i laghi e i mari, estinguendo molta della fauna ittica che dà nutrimento a tante persone.

L’inquinamento riguarda anche l’aria che si respira, provocando danni alla salute delle persone ma anche dissesti globalizzati. Ben 15 kg di ghiaccio si sciolgono per ogni kg di CO2 diffuso nell’atmosfera. Per raggiungere questa quantità bastano meno di 8 km percorsi da un’auto di media cilindrata. In totale, l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane è 35 volte superiore a quella emessa da tutti i vulcani attivi della Terra.

Per il riscaldamento dell’atmosfera dovuto alle emissioni dei gas e all’effetto-serra, ogni decennio si perde il 13% del ghiaccio marino dell’Artico, dove dal 1980 la temperatura si è alzata di 3 gradi.

Entro il 2100 il livello del mare sarà tra 26 e 77 centimetri più alto, e minaccerà 200 milioni di persone abitanti sulle coste.

Per contro, il cambiamento climatico farà aumentare le zone aride e nel 2030 metà della popolazione mondiale soffrirà carenza di acqua.

Dal 1990 disboscamenti incontrollati o incendi hanno distrutto 420 milioni di ettari di foresta. Il dissesto idrogeologico provoca le frane e le alluvioni cui ad ogni pioggia assistiamo impotenti, sapendo che sarà sempre peggio.

Ci sarà sempre meno acqua per dissetarsi, ma sempre più acqua che allaga e distrugge.

Se non ora, quando si deve agire per evitare la catastrofe globale? Adesso si può spendere per frenare l’autodistruzione della natura, dopo che sarà avvenuta nessuna somma potrà rimetterla a posto.

Le Nazioni Unite nel 2015 hanno messo a punto nell’agenda 2030 ben 17 obiettivi per la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità e per il contrasto ai cambiamenti climatici. Per lo stesso 2030 la Commissione europea ha posto come obiettivo la riduzione dei gas serra del 55% rispetto al 1990. Ma, ormai a pochi anni dalla scadenza prevista, questi obiettivi sono ben lontani da raggiungere.

I partiti politici “verdi” faticano a rinverdire. Sono i movimenti spontanei di protesta, come  “Giustizia ecologica”, ispirato all’attivista Greta Thunberg, e che tanto piace ai giovani, a mettere sotto accusa i potenti del mondo.  Al di là delle parole che vengono sbandierate, nessuno stato pare avere interesse e voglia di impiegare risorse finanziarie. Esitano a chiedere sacrifici adesso per salvare il pianeta che lasciamo in eredità alle future generazioni. Gli Stati più refrattari sono proprio quelli più industrializzati e più inquinanti, che però contano di più nel mondo. Si comportano come la rana nella pentola, non facendo nulla per evitare il disastro. Che purtroppo ricadrà sugli eredi.
Nel mio pianeta alieno prevedono che a questi sfortunati eredi degli incoscienti di oggi non resterà che emigrare, e cercare luoghi vivibili in altre parti dell’universo. Come nei romanzi di fantascienza, che adesso sono frutto di fantasia, ma rischiano di diventare realtà.