DOPO IL POST SUI MANIFESTI ELETTORALI, QUALCHE LETTORE MI HA CHIESTO COME FUNZIONA LA POLITICA NEL MIO PIANETA ALIENO. AUTORIZZATO DAI MIEI SUPERIORI, ECCO UNA SOMMARIA RISPOSTA.

Premetto che nel mio pianeta tutti i servizi tecnici sono gestiti da intelligenze artificiali molto più avanzate di quelle al momento disponibili nel vostro mondo. Produzione e distribuzione, piani su energie e clima, scambi finanziari, trasporti, gestione del tempo libero, persino la giustizia, sono supportati da sistemi intelligenti che, attivati e controllati da tecnici esperti, indicano le soluzioni possibili. I politici hanno il compito di programmare le richieste a questi sistemi esperti e di provvedere all’applicazione delle soluzioni migliori.

Tutto il pianeta è governato da una Assemblea che raccoglie rappresentanti delle diverse realtà locali, in modo che programmazione e soluzioni siano nell’interesse generale. Un po’ come dovrebbe essere la vostra Assemblea delle Nazioni Unite ma, a differenza di quella, con vero potere decisionale e di controllo sulle nazioni che unisce.

I nostri partiti sono solo due, distinti non da divergenze di fondo (l’obiettivo comune è stare meglio tutti) ma da prospettive e metodi diversi. Uno è più legato alla tradizione, l’altro è più propenso al cambiamento. Voi li chiamereste “conservatori” e “progressisti” ma sono definizioni improprie. Perché i primi non rifiutano l’innovazione, che vogliono attuare con prudenza. E i secondi tengono conto della continuità col passato, evitando sconvolgimenti radicali.

A differenza dei vostri tanti partiti e partitini che litigano su tutto (anche al loro interno!) i nostri due schieramenti hanno dei vantaggi.

Anzitutto quello di avere il supporto di sistemi intelligenti che, come si è detto, suggeriscono e indirizzano verso le soluzioni migliori a problemi posti in modo intelligente.

Inoltre, nessuno di chi si dedica alla politica lo fa per mestiere. L’impegno è temporaneo, e c’è un limite massimo di mandati, come dirò più avanti. Dopo di che si torna al proprio lavoro, senza mire di tornaconti e di posti di “sottogoverno”. Durante il periodo di sospensione del lavoro per l’impegno politico si ha solo un rimborso pari alla media degli introiti professionali dichiarati al fisco negli anni precedenti all’incarico politico, oltre alle spese legate all’incarico stesso.  

Capisco che voi pagate (lautamente!) i politici e gli assicurate una (lauta) pensione, per fare in modo che chiunque, anche senza mezzi finanziari, possa candidarsi. E per evitare che siano poi tentati da mazzette o altri mezzi di corruzione. Ma da noi questi problemi non si pongono, perché tutto quello che fanno i governanti è davvero trasparente, quindi verificabile online, e i controlli assicurati dai sistemi tecnologici sono tali da impedire qualunque “tentazione”.

Ecco perché nel nostro mondo non abbiamo bisogno di manifesti elettorali che presentano slogan, né di propaganda nelle piazze, o nei dibattiti televisivi. Chi vuole mettere le proprie capacità al servizio della collettività – senza possibili “secondi fini” come si è detto – presenta un curriculum e un programma online e gli elettori scelgono votando su una piattaforma informatica certificata a prova di qualunque broglio.

Ma il principale vantaggio rispetto ai vostri sistemi sta nella prassi obbligatoria di ruotare fra i due partiti nella gestione delle Assemblee e quindi dei Ministeri che ad essa fanno capo, a livello sia locale che mondiale.

Tre anni per uno, in una alternanza che evita rischi di consolidamento di potere, che induce a slittare in genere verso l’autoritarismo, o favoriscono il predominio di una “parte” sull’altra. Quindi le votazioni servono a scegliere i candidati dei due partiti, non i partiti che comunque rispettano l’alternanza e hanno a disposizione la metà dei seggi. A chi tocca governare viene attribuito il 10% di seggi in più per poter governare senza problemi. Così i provvedimenti proposti da chi è in maggioranza e discussi con i contributi di tutti, possono essere approvati velocemente. Tranne che alcuni della stessa maggioranza non siano convinti di un provvedimento, e quindi si oppongano insieme al partito di controllo. In quel caso il provvedimento andrà ridiscusso, riformulando la richiesta di supporto ai tecnici.  

Questo per i tre anni in cui un partito governa – senza preoccuparsi dei cambi di casacca o degli “inciuci” di cui sono pieni i vostri parlamenti. E per quei tre anni l’altro partito controlla. A tal fine alcuni ministeri, per esempio quello che presiede alle comunicazioni, e le nomine dei tecnici dei sistemi di controllo, sono riservati a chi in quel triennio non governa. Nel successivo, le responsabilità si invertono, e così via. Ogni politico potrà fare massimo un mandato in funzioni di governo e uno in quella di controllo. Nessuno avrà interesse a colpi di mano o a provvedimenti di parte, perché in base all’alternanza durerebbero poco.

Infatti il sistema funziona senza problemi, e nessuno ha motivo di cambiarlo.

I miei lettori diranno che questa è una tecnocrazia e che non lascia spazio alle ideologie che piacciono agli umani. E che questi sistemi sono inapplicabili nella realtà terrestre. Sarà vero, visto come funziona la vostra politica e vista l’arretratezza dei sistemi di gestione tecnologici… Ma per questo noi viviamo bene su un altro pianeta!