QUANDO SI AVVICINANO LE ELEZIONI, GRAN PARTE DEGLI ENORMI CARTELLONI AI BORDI DELLE STRADE DELLE VOSTRE CITTÀ CAMBIANO OGGETTO. ANZICHÉ PUBBLICIZZARE CIBI E MODELLI DI AUTO, PRESENTANO LE FACCE DEI CANDIDATI E DELLE CANDIDATE. CON I SIMBOLI DEI PARTITI E ALCUNI SLOGAN AD EFFETTO.
Eccone alcuni, tutti visti realmente sui muri delle vostre strade:
“Più lavoro, meno tasse” (facile a dirsi…)
“In pensione quanto prima” (ma tutti i pensionati chi li paga?)
“Per cambiare tutto” (promessa antica!)
“Un voto per ripartire” (da dove? E per dove?)
“Per un mondo pulito” (in senso materiale o figurato?)
“Spazziamo via i corrotti” (questo è esplicito… ma è impresa in cui nessuno è mai riuscito)
“Prima gli italiani” (prima di chi, o di cosa?)
“Vota chi è come te” (simile a te si dichiara quello, o quella, della foto: ma come fa a saperlo?)
“Io per te ci sono” (ma ci sarai anche in futuro?)
“Insieme si può” (è sempre la foto a garantire il futuro alleato potente?… ma per poter fare cosa?)
Certo, se l’elettore dovesse decidere in base a questi slogan, sarebbe una scelta difficile. Come è sempre stato, la storia si ripete.
Però c’è il simbolo del partito a rassicurare chi quel simbolo attrae. E poi c’è la faccia del pretendente che campeggia nel grande manifesto. Di fronte, di profilo, mezzobusto, pochi a figura intera (meglio nascondere la pancetta…). Quasi sempre sorridenti, mentre sul dopo-elezioni ci sarà poco da ridere.
Pubblicità elettorale, sempre usata ma non si sa con quale efficacia.
Fare pubblicità ad un candidato, investendo per questo cifre non indifferenti, è diverso che pubblicizzare un tipo di pasta o un modello di auto. Questi restano impressi nella memoria insieme all’immagine, e si riaffacciano al ricordo quando si deve fare l’acquisto. Che un nome sconosciuto, associato ad un volto altrettanto sconosciuto, venga selezionato da un indeciso al momento di votare è molto più improbabile. Molti usano i fac-simile che riportano in piccolo quello che il manifesto sbandiera in grande, e in più sul retro si suggerisce dove mettere la croce per votare, e il nome da scrivere. Vengono chiamati in gergo “santini elettorali”. Forse perché confortano il votante nella solitudine della cabina elettorale. Ma questo serve per chi è già convinto, non per convincere chi è indeciso.
Sappiamo che alle elezioni ci sono sempre tantissimi indecisi, quasi la maggioranza, molti dei quali decidono alla fine… di non votare. Su questi bisognerebbe agire per convincerli ad andare alle urne. Facendo proselitismo persona per persona, illustrando il programma dei partiti e delle persone per cui vale la pena di votare anziché astenersi.
E i mezzi sono ben altri, diversi dai tradizionali comizi o dalle liti televisive, che convincono ben poco, anzi confondono. Più diretti i social, ma molti non si fidano perché temono siano manipolati. Meglio il contatto personale, che richiede un passaparola in cui chi è deciso per un partito e un candidato può indurre anche altri a “pensare” oltre gli slogan e fare una scelta ragionata.
Si convinceranno invece gli indecisi mediante volantini o manifesti elettorali, in base alle frasi ad effetto e alle facce sorridenti?
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