MI PIACE CONOSCERE LE VITE DI UOMINI ILLUSTRI DEL VOSTRO MONDO, SPECIE DI CHI E’ CONSIDERATO GENIALE INVENTORE DI NOVITA’ CHE MIGLIORANO LA VITA DI TUTTI.
HO LETTO CON INTERESSE LA STORIA DI THOMAS ALVA EDISON, VISSUTO TRA OTTOCENTO E NOVECENTO. UN NOME NOTO ANCORA OGGI, PERCHE’ DA LUI HANNO PRESO IL NOME GRANDI AZIENDE NEL MERCATO DELL’ENERGIA.

Una lampadina per illuminare il mondo…

Edison inventò le cose più svariate. Non solo la lampadina per cui è più famoso, ma anche il telegrafo automatico e quello senza fili, il registratore di voti elettrico, la telescrivente, il dittafono, la cinepresa, la dinamo. Realizzò il primo studio cinematografico. Progettò persino la sedia elettrica, pur essendo contrario alla pena di morte, facendo uccidere tanti animali fra cui una elefantessa, perché voleva dimostrare quanto fosse dannosa la corrente alternata rispetto alla corrente continua, da lui sostenuta.

Alcuni dei brevetti gli furono contestati perché riprendeva e applicava idee di altri, ma ne ottenne oltre mille che seppe fare ben fruttare sul piano commerciale.

Insomma non fu il tradizionale genio inventore che escogita novità creative sul modello di “Archimede pitagorico” dei fumetti, ingenuo e poco interessato al denaro. Non a caso nei fumetti l’aiutante dell’inventore, dotato invece di senso pratico, fu chiamato proprio “Edi”.

Edison fu imprenditore delle sue invenzioni, riuscì a “vendere” scoperte che in precedenza erano rimaste poco diffuse. Inventò anche società per contrastare i concorrenti, anche in tribunale se necessario. Condusse una vera e propria guerra commerciale per i controllo dell’energia elettrica nel mondo. Ma con grande pragmatismo preferì spesso allearsi con i rivali, come quando riunì nell’Edison Trust le nove maggiori aziende cinematografiche attive agli inizi del ‘900. Scrisse anche un libro per contestare l’antitrust che a fine ottocento negli Stati Uniti cominciava a proibire quei monopoli che oggi sono la regola del mercato globale.

Come il grande Leonardo, inventore polivalente oltre che artista geniale, si cimentò in tutti i campi che richiedevano innovazioni. Compresa l’economia, dato che insieme a Ford aveva escogitato un nuovo sistema monetario per evitare le speculazioni sui titoli di stato. Ma la proposta non ebbe seguito, perché la speculazione finanziaria sa resistere bene ai cambiamenti.

Edison metteva in pratica il detto di Pascal (altro grande inventore del passato): “è meglio scoprire qualcosa su tutto che tutto su qualcosa”. Ma questo capì che non poteva farlo da solo. Si circondò di tanti collaboratori che lo aiutavano a trovare soluzioni nuove a problemi antichi. Fondò una “fabbrica dell’invenzione” con 60 dipendenti, che dieci anni dopo diventò un grande laboratorio dedicato al “mestiere di inventare” in cui i dipendenti erano oltre 5000. Insomma, trasformò l’inventore come genio solitario in una impresa collettiva.

Thomas A. Edison nel 1889

È interessante seguire lo sviluppo psicologico e sociale di questo prolifico inventore e abile imprenditore di invenzioni.

Nato con gravi problemi di udito, era anche dislessico (oggi si direbbe con bisogni educativi speciali”). La madre, che era stata maestra, lo ritirò dalla scuola per dargli lezioni a casa. Pare che proprio da un libro di scienze regalato dalla madre trasse i primi esperimenti da fare in cucina. Poi mentre lavorava nelle ferrovie usò come laboratorio un bagagliaio, che però prese fuoco, e questo provocò il suo licenziamento. Si mantenne vendendo giornali lungo la ferrovia, finché quasi per caso imparò ad usare il telegrafo. Quando cominciò a lavorare con questo strumento ne inventò una versione automatica capace di mandare messaggi anche mentre lui dormiva. 

Uno dei suoi collaboratori, che poi diventò suo rivale, Nicola Tesla, diceva che il suo modo di “inventare” era molto faticoso perché, mancando di alcune basi teoriche e di calcolo, doveva procedere con lunghe ed estenuanti prove ed errori. Diceva che “ogni esperimento andato male è comunque un passo avanti”.

Un’altra frase celebre di Edison è che il “genio” è fatto per l’1% da “inspiration” e da “transpiration” per il 99%. Un pizzico di ispirazione e una massa di sudore e fatica, provando e riprovando sempre senza fermarsi davanti alle difficoltà, imparando dai fallimenti. Combattendo chi contrasta e cooperando con chi può aiutare.

Si spiega con questa tenacia, più che con  le capacità intuitive o con la grande abilità nella scienza teorica, una genialità imprevedibile. Le condizioni di partenza del piccolo Edison non facevano certo presagire che il piccolo sordastro e dislessico potesse diventare uno degli inventori più famosi e ricchi dell’epoca.

Ma su cosa sia davvero “geniale” nel vostro mondo tornerò in un prossimo rapporto, perché è un tema molto importante e da approfondire.
A presto!