LA VITA RICHIEDE SCELTE CONTINUE, PIU’ O MENO IMPORTANTI.
PERO’ “AI CROCEVIA PIÙ IMPORTANTI DELLA NOSTRA VITA NON CI SONO CARTELLI SEGNALETICI” SCRIVEVA ERNEST HEMINGWAY.

Aggiungo una citazione presa dal compito di uno studente di scuola superiore, che una mia amica insegnante mi ha fatto leggere: “Quando si raggiunge una certa età bisognerebbe ritornare un attimo indietro e ripercorrere con la mente e con il cuore la strada fatta durante la vita. Ritroverai incroci che prima non hai considerato, e probabilmente ti pentirai di non aver scelto un’altra strada”. 

Come avvengono le scelte? Raramente consultandosi con altri più esperti. E difficilmente con una proiezione a lunga scadenza. Nella maggior parte dei casi, si sceglie in base ai dati del momento, con le emozioni del momento, nel contesto del momento.

La persona con cui si decide di convivere arriva in un certo periodo della vita, e viene scelta in base ai bisogni e alle esigenze di quel periodo. 

Il lavoro viene scelto spesso appena finiti, o interrotti, gli studi, accontentandosi di quello che il mercato offre se serve guadagnare subito. Alcuni (pochi?) hanno la possibilità economica di prolungare la ricerca del lavoro e scegliere in modo più meditato una mansione per cui hanno interesse e attitudini.

Impegnandosi in una parte politica un giovane può realizzare i desideri, le idee, le energie di cui dispone in quella fase della vita, mentre le alternative sono giudicate buone per altre generazioni.

Tutte scelte fatte “al momento”. Però le scelte non durano un momento, si prolungano nel tempo, a volte impegnano per tutta la vita. E in momenti successivi possono rivelarsi non più adeguate.

Ogni errore è stato prima una scelta” dice è un altro proverbio. E le conseguenze – qualche volta ridicole, qualche volta tragiche – di scelte sbagliate le vediamo, e le subiamo, ogni giorno e in ogni luogo.

Si può tornare indietro, come nei flashback dei film, o nelle moviole?
Nei matrimoni sì, nel lavoro pure – almeno entro certi limiti. In politica cambiare le scelte fatte può essere doloroso e impopolare.
Sbagliare nelle scelte è umano, perseverare in scelte sbagliate sarebbe ‘diabolico’, dice un vostro antico proverbio. Ma un altro proverbio dice “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova”.
Così alcuni non hanno la voglia o la forza di “ripensarci”. Il cambiamento li spaventa, e perseverano infelici nei matrimoni, nel lavoro, nella politica. Per questo ci sono coppie che restano apparentemente unite mentre tutto è crollato tra di loro, persone che si stressano fino all’esaurimento fisico e mentale in un lavoro che non vorrebbero più fare, politici che sopravvivono pateticamente su posizioni in cui non credono più.

Altri hanno la forza di rivedere le scelte e cambiano. In meglio? Non è detto… si può considerare un miglioramento divorziare e ri-maritarsi instancabilmente, lo spostamento da un lavoro all’altro, il continuo cambio di bandiera di certi politici?
Passare dalla padella alla brace” è un altro vostro proverbio molto significativo. La brace è un’altra scelta sbagliata.
Saper distinguere se è meglio adattarsi alla padella o rischiare la brace sta alle capacità e alla disponibilità emotiva di ognuno.  E ai supporti che si possono trovare per ponderare le possibilità e i rischi.

Se si ci attrezza con sufficiente acqua la brace verso cui si passa si potrebbe anche spegnere…
E, come diceva lo studente nel suo compito, si può tornare ad un incrocio in cui si è sbagliata la strada, riprendendone un’altra che porta verso paesaggi migliori.