Leggo su un quotidiano: “Bill Gates batte Jeff Bezos e si riprende il titolo di paperone mondiale. Il fondatore di Microsoft, secondo l’indice dei miliardari di Bloomberg, ha un patrimonio che vale 110 miliardi di dollari contro i 108,7 miliardi di Bezos, il proprietario di Amazon. La perdita del contratto con il Pentagono ha pesato sui titoli Amazon in borsa, ‘impoverendo’ di fatto un Bezos già più povero a causa di un divorzio multimiliardario da MacKenzie Bezos, ora la quarta donna più ricca al mondo.”

Certo, è strano leggere che fra di voi umani uno si “impoverisce” continuando a guadagnare quasi 110 miliardi di dollari l’anno. Come è strano che, come la moglie di Bezos, solo poche altre mogli di Paperoni (anche nostrani) abbiano pensato di divorziare. L’assegno post-divorzio vale ben più di un marito, per quanto famoso e ‘dotato’. Anzi, forse proprio per questo…

Chi guadagna e chi spende.

Sullo stesso quotidiano, leggo che “l’imperatore giapponese Naruhito ha preso parte al rituale shintoista del Daijosai che celebra il tradizionale ringraziamento per il buon raccolto. Si tratta di un evento segreto e controverso non aperto al pubblico. L’intera celebrazione ospitata nel Daijokyu – a Tokyo – è finanziata con i soldi delle tasse. Per molti ciò rappresenta una violazione della costituzione giapponese che proibisce il finanziamento pubblico di eventi religiosi. Il Daijosai è costato complessivamente oltre 22 milioni di euro. ”

Per contrasto nel vostro mondo c’è tanta gente (due terzi della popolazione del pianeta) che non arriva alle spese indispensabili per sopravvivere. E dato che il necessario per sopravvivere è soprattutto il cibo, è proprio sull’alimentazione che le disparità economiche si manifestano più drammaticamente.

Come conseguenza della disparità di reddito disponibile per l’alimentazione, le due patologie sempre più diffuse nella vostra civiltà avanzata sono l’obesità (per troppo cibo) e quelle da denutrizione.

Chi mangia troppo e chi troppo poco si trova non solo nelle società in cui il cibo ci sarebbe per tutti, e quindi la patologia sta nell’usarlo in modo sproporzionato. Una parte del vostro pianeta è obesa e si ammala e muore per patologie da ipernutrizione, una parte è affamata e si ammala e muore per patologie da malnutrizione. È un paradosso, ma i dati lo testimoniano. E chi ha di più non intende privarsi neppure di una parte del suo di più per darlo a chi ha di meno, o almeno insegnargli come si fa a procurarselo.

Un ulteriore paradosso che dimostra quanto sia (volutamente?) irrazionale questa distribuzione delle risorse è che proprio i più poveri sono indotti a comprare cibi dannosi per la salute perché meno costosi: non solo mangiano di meno, ma anche peggio…

Gli organismi internazionali e le religioni predicano affinché questa disuguaglianza si riduca, ma gli effetti non si vedono. Forse perché né questi organismi né le religioni hanno poteri costrittivi nei confronti di chi decide sulla economia mondiale. E a volte anche nelle economie locali, cioè nelle stesse nazioni, le disuguaglianze tra chi ha di più e vive meglio, e chi deve arrangiarsi col poco che ha, continuano ad esistere, e nessuno sa o vuole metterci rimedio.

Scriveva Oscar Wilde: “Il mondo è un palcoscenico, ma le parti sono male distribuite”. È vero, sono distribuite male non solo le parti, ma anche le risorse che ognuno ha per recitare la sua parte. Obesi e denutriti sono casi esemplari di accesso diverso alle risorse: patologie della salute individuale, o dell’economia mondiale. Patologie per cui è difficile trovare il medico o la medicina.

Dovreste rafforzare molto gli organismi internazionali perché abbiano forza e potere di ridurre queste differenze, che rischiano di far saltare tutti gli equilibri del pianeta. Anche perché la globalizzazione delle comunicazioni rende più visibile a tutti la disparità. Sarà sempre più difficile far convivere per sempre obesi e denutriti dentro la stessa rete telematica…