DA TEMPI IMMEMORABILI SONO DIFFUSI I MERCATINI DOVE SI POSSONO VENDERE E COMPRARE A BUON PREZZO OGGETTI USATI DI OGNI TIPO.
Mobili e soprammobili, pezzi d’arredamento. Spille e gadget di epoche antiche, testi introvabili in libreria, monete, cartoline d’epoca, antichi dischi. Utensili da cucina e attrezzi da lavoro. Oggetti da collezione e originali curiosità. Capi di vestiario di tutti i tipi, specie abiti per bambini, dismessi man mano che i bimbi crescono.
Da Portobello a Londra ai cento bazar di Istanbul, dal Rastro di Madrid a Porta Portese a Roma, milioni di mercatini nel mondo, migliaia solo in Italia, con un giro di affari di parecchi miliardi. Si chiamano “mercati di seconda mano”, “thrifting”, ““charity shops” se sono finalizzati alla beneficenza, “mercati delle pulci” se si trattano oggetti di modico valore.
Il piacere di comprare cose antiche, spendendo poco. E di cedere vecchi oggetti di famiglia che non si usano più, o non entrano in casa perché ne arrivano di nuovi e gli spazi sono pochi per conservarli tutti. Ricavando anche un utile che non dispiace, anziché tenerli inutilizzati. Alcuni venditori si offrono di sgomberare gratuitamente locali per ricavarne qualcosa da rivendere. Ci sono mercatini che consentono l’antico sistema del baratto. Ricordi da scambiare. Pezzi di vita da cedere e da acquistare.
Adesso tutto questo si sta spostando su internet. Senza muoversi da casa, si può vendere ciò che non si usa più. “Non lo metti, mettilo in vendita” è lo slogan pubblicitario dei tanti mercatini aperti sul web. Fotografa, carica sull’app, stabilisci il prezzo e aspetta qualcuno che accetti. Dall’altra parte, trova a buon prezzo quello che al negozio costerebbe di più.
Da una parte si evita di riempirsi gli armadi di cose ormai inutili, dall’altra si fanno buoni affari, o almeno si pensa di farli, salvo poi doverli rivendere con lo stesso sistema…
Però… nel mercato dell’usato su internet tanti sono gli aspetti nuovi e non sempre positivi.
Impossibile la contrattazione, che è un modo antico e divertente di interagire tra venditore e compratore.
Impossibile la prova, per esempio dei capi di vestiario o dei meccanismi degli oggetti, che è impossibile verificare pima dell’acquisto.
Nessuna garanzia di funzionamento effettivo, della reale vetustà dell’oggetto, e alto rischio di prendere bidoni, seppure a basso costo.
Impossibile, o quanto meno difficilissima, la restituzione a distanza.
Difficile l’accertamento della provenienza degli oggetti, molto più che nei mercati in presenza. Qualche adolescente può cercare di piazzare roba sottratta ai genitori o ai fratelli per recuperare un po’ di contante.
Insomma il mercato virtuale sta stravolgendo e spersonalizzando la logica dei tradizionali mercatini.
È un mercato che non si può contenere, perché nel vostro mondo niente di quello che passa tramite la rete si può fermare.
Ma non abbandonate i mercatini reali, dove la compravendita passa attraverso contatti diretti e interazioni più “umane”. Si possono passare sabati o domeniche mattina di vero svago, oltre che di proficue vendite ed utili acquisti, toccando con mano e provando materialmente gli oggetti. E contrattando non con un anonimo schermo, ma direttamente con persone. Che è il modo di economia e di scambio più antico del mondo.
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