OGGI NEL PAESE CHE MI OSPITA SI FESTEGGIA LA LIBERAZIONE… LIBERTÀ DI CHI? E DA CHI?

La ricorrenza del 25 aprile in Italia ricorda la liberazione dalla dittatura fascista e nazista. C’è chi pensa che questa festa abbia perso il suo senso originario, perché né il nazismo né il fascismo esistono più come potenti dittature, anche se continuano a vivere nella nostalgia di qualcuno o nella aggressiva ignoranza di qualcun altro.

In effetti, identificare la festa della liberazione con il ricordo della resistenza contro i regimi totalitari e le loro follie, può far concludere che è riservata solo ai vecchi partigiani o a chi ancora rilegge la storia per trarne insegnamenti (ben pochi, per la verità…)

Italia libera 1945

Invece non è questo il senso della festa della libertà, che deve essere una libertà di tutti. Di chiunque vuole vivere in un mondo più libero e fare qualcosa per farlo diventare tale. Di chiunque vuole liberarsi e liberare tutti gli altri… da cosa? Da quale nuova dittatura?

La dittatura da cui ci dovrebbe liberare è quella di chi…
… vuole avere potere attraverso la sopraffazione e la violenza
… parla e agisce in modo arrogante, come se l’unica ragione fosse sempre e solo la sua
… persegue solo il proprio tornaconto e per questo è disposto a qualunque imbroglio
… crede di appartenere alla razza eletta, e considera i “diversi” come inferiori da sopportare se non si possono sterminare
… pensa alla solidarietà come una debolezza anziché l’unica salvezza del pianeta
… considera l’ambiente naturale come qualcosa da sfruttare, senza capire che la fine dello sfruttamento sarà la fine dell’umanità tutta.

Su questo dovremmo riflettere il 25 aprile. Riflettere su come ci si può liberare da questi dittatori, senza dover ricorrere ad altre tragedie e ad altre guerre fratricide.

Ci si può liberare usando bene la politica? Proudhon diceva che “la politica è la scienza della libertà”. Volete riportarla a questo obiettivo, o lasciarla all’insolenza, alla incompetenza, ai giochi di potere di chi fa politica per interessi di parte – e non certo per i benessere di tutti?  Prendere parte alla vita comune e assumere posizione attiva nelle questioni di interesse generale è il vero senso della politica, e realizza quella libertà che, come cantava Gaber, “è partecipazione“.

E che posto ha la scienza in una società libera? In un libro che aveva proprio questo titolo, scriveva Feyerabend: “Gli uomini intelligenti non si lasciano limitare da norme, regole, metodi, neppure da metodi razionali, ma badano alle opportunità, cioè utilizzano quei mezzi mentali e materiali che, all’interno di una determinata situazione, si rivelano i più idonei al raggiungimento del proprio fine”. Aiutando la società a trovare questi mezzi la scienza aiuta a trovare la libertà.

È vero che la libertà si realizza solo con l’intelligenza, e lottando per liberarsi dalla stupidità e dall’ignoranza e dalla violenza che ne conseguono. E che traspaiono spesso dai media, che trionfano sui social, e che l’educazione delle giovani generazioni non riesce a sconfiggere. Contro questa mancanza di intelligenza (o contro il suo uso distorto) e tutto ciò che ne consegue, dovrebbero lottare tutti quelli che vogliono davvero essere liberi e vivere in un mondo libero.

Libertà, by Riccardo Romano (Flickr)

Per questo la festa della liberazione deve essere di tutti,  tutti devono parlarne.  “E’ ora che parliate tutti voi che amate la libertà … è ora che parliate, maggioranza muta!”   chiedeva Primo Levi, ricordando che altrimenti, come avvenne durante il nazifascismo, il male verrà a prendervi fino a casa vostra, dove pensavate di essere al sicuro.

Restare in silenzio davanti alle nuove dittature della stupidità e del razzismo avrebbe le stesse tragiche conseguenze del silenzio che un secolo fa permise a un manipolo di stolti arroganti di uccidere la libertà di tutti. E costrinse poi ad una lotta di resistenza per liberare tutti da queste stoltezze troppo a lungo tollerate.

Anche gli alieni sono tra quelli che non vogliono tacere…