FIN DAI TEMPI PIÙ REMOTI I BAMBINI TERRESTRI SI SONO APPASSIONATI ALLE FIABE CHE RIEMPIVANO LE SERATE PRIVE DI TELEVISIONE E TRASPORTAVANO CON LA FANTASIA IN MONDI AVVINCENTI ED EMOZIONANTI.

Hanno scritto fiabe Grimm, Perrault, Andersen, ma anche Wilde, Rodari, Calvino e persino Montale, e prima Esopo e Fedro, e ancora egiziani, russi, indiani, cinesi…

Alcune fiabe erano istruttive, altre terrificanti (forse proprio per essere istruttive).

Eppure i bambini si appassionavano a queste storie incredibili. Ascoltavano i drammi di Pollicino lasciato smarrire nel bosco, Biancaneve avvelenata dalla mela, Cappuccetto Rosso divorata dal lupo, Pinocchio ingoiato dalla balena, l’anatroccolo emarginato e vittima di bullismo, Hansel e Gretel che rischiano di arrostire in un forno. E poi su queste tragiche storie facevano brutti incubi notturni.

Ma i narratori adulti li rassicuravano che non erano realtà (“è solo una fiaba…”).… Orchi e draghi, giganti e lupi feroci, streghe e matrigne cattive spargevano terrore, ma fatine miracolose o maghi gentili assicuravano un lieto fine che esorcizzava la realtà negativa e magari proponeva una morale educativa. Se si è buoni e ci si sa fare, dal male viene il bene.

Poi i ragazzi (e non solo) cominciarono a nutrire la loro fantasia di storie di magia, fumetti western o horror, avventure fantascientifiche. Tema principale resta la lotta tra le forze del bene e del male, ma dove la distinzione tra le due, e la vittoria finale delle prime, non è sempre scontata.

Così Dragon Ball, Tex Willer, Dylan Dog, Harry Potter e Guerre stellari, sono rimasti a sostituire il piacere di leggere i libri tradizionali, travolti da cinema e videogiochi, e associati nella mente di ragazzi e adulti alla repulsione per le noiose obbligatorie letture scolastiche.

Adesso la realtà quotidiana presenta storie tanto incredibili da sembrare favole. Trame inverosimili o terrificanti si trovano pure nelle ricostruzioni fantastiche – quando non vere e proprie “fake news” – con cui i media favoleggiano sui fatti quotidiani.

Le fiabe migliori le raccontano i politici, e le dicono così bene che tanti le credono vere, e così li votano…

Tanta gente invece si appaga di infinite telenovele (come una volta avveniva con i romanzi d’appendice) per ritrovare il proprio spazio di fantasia in una vita fin troppo reale.

A ben pensarci, le fiabe antiche e moderne sono sempre state il segno di una realtà ‘diversa’. Che però è costruita non dal bambino, ma per il bambino (o per l’adulto alla ricerca di realtà fantastiche). Per farlo divertire, emozionare, spaventare, educare…

Serve ancora oggi al vostro mondo questo tipo di fiabe da ‘godere’ passivamente? O sarebbe meglio sfruttare il piacere di sognare realtà diverse per restituire a bambini e adulti occasioni di creatività autentica?

Non favolette imposte dalle tradizioni, o preconfezionate negli accattivanti formati multimediali e telematici che la tecnologia appronta per un mercato in espansione. E neppure le favole delle fake news montate per attrarre lettori, o quelle raccontate da governanti a caccia di voti.

La fiaba potrebbe far uscire dalla realtà subìta… per inventare mondi nuovi, diversi dall’attuale, con significati spiegati (e non nascosti) dai simboli, e un insieme di fantasia e di emozioni legati da un filo razionale. Però senza finire nell’autismo o nella follia psicotica che confonde il desiderio con la realtà. La fantasia aiuta a creare nuovi mondi, ma la ragione ricorda che sono mondi non già esistenti ma desiderati, e da avverare.

Come ricorda la famosa frase “I have a dream”: “ho un sogno che vorrei realizzare”.

Dalle fiabe inventate creativamente forse potrebbe scaturire una realtà sociale migliore…