I CARABINIERI DI MILANO HANNO PORTATO IN CARCERE NOVE PERSONE PER GRAVI FATTI DI VIOLENZA TRA GRUPPI RIVALI DI MUSICA ‘TRAPPER’.

Cosa è il ‘trapper’? il termine trap  indicava il luogo dello spaccio, e al principio i temi trattati nelle canzoni trap riguardavano delle storie postate su Instagram.

Su Facebook un auto-definito Psicologo del Rock  sostiene che la musica alleggerisce lo spirito favorendo la comunicazione tra mente, corpo e anima, aiutando la persona a esprimere correttamente i sentimenti e a relazionarsi con gli altri, l’ambiente, il proprio Io interiore. Per questo psicologo, la musica Rap e Trap sarebbe un potente mezzo attraverso il quale i giovani riescono a riconoscersi, condividere la propria vita ed elaborare le proprie emozioni,

Ma, secondo questa teoria, Rap e Trap hanno una funzione anche nell’espressione della rabbia. Ed è proprio la rabbia che finisce per provocare la violenza oggetto della recente storia di cronaca.

I capi delle due fazioni milanesi di trapper sono Simba la Rue e Baby Touché. Soprannomi di fantasia, come lo erano Cid Campeador e Fanfan le Tulipe. Simba è accusato di sequestro di persona e lesioni su Baby, picchiato e tenuto dentro un’auto per ore postando il video sui social. Ma a sua volta è stato ferito al coltellate in un agguato del gruppo rivale, pure ripreso in diretta.

Le due bande di ‘trapper’ – dicono gli inquirenti – sono “governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà” e si sono rese “protagoniste di reiterati episodi di violenza” seguiti “all’aspra conflittualità determinata dalle rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali”. In conclusione, nove arresti per accuse di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate.

Questo l’esito della rivalità tra i gruppi di giovani ‘trapper’. Vere e proprie ‘gang’ che lottano per ottenere una supremazia sulle altre sia a Milano che in altre città.  Imitatori delle guerre vere  e delle gesta di gang criminali o di clan mafiosi, usando la musica come fulcro della violenza (altro che favorire la comunicazione e le relazioni!).

La differenza con le gang giovanili che hanno sempre con tantissimi followers su Instagram, destinatari dei video che documentano le violenza. Questi followers che seguono in diretta le aggressioni divulgate sui social, sono e veri e propri fiancheggiatori e “tifosi” online.

La guerra, che da sempre travaglia e sconvolge il mondo, così adesso è riprodotta sui social. E sui social si diffonde la logica mafiosa e camorristica che prima era celata nel segreto dei clan. La violenza viene messa in vetrina e tutti possono assistere in diretta.

Avverrà così anche per le battaglie vere e proprie, quelle che uccidono migliaia di persone e distruggono interi territori? E per le guerre di mafia e camorra? Anziché leggerne nei libri o vederle raccontate nei film, violenze e morte d’ora in poi le vedremo in diretta sui social?